La confusione in certi casi è alta, anche per noi addetti ai lavori. Questo in parte è fisiologicamente collegato all'estremo dinamismo concettuale e tecnologico di tutto ciò che ruota all'utilizzo intelligente delle informazioni; d'altra parte il tutto è alimentato anche dalle ingegnose trovate di marketing spesso rivolte a "differenziare" una proposta consulenziale o tecnologica, per renderla in qualche modo "unica" o quanto meno "fortemente innovativa", rispetto a quanto già presente sul mercato.
Nell'ambito di questa scia, si sta affacciando una nuova disciplina, sotto il termine di Process Intelligence (PI), o Business Process Intelligence (BPI).
Fra le diverse definizioni, questa ci sembra abbastanza ampia e articolata per racchiudere i concetti espressi dagli attuali "player":
Process Intelligence (PI) is a code-name for a range of technologies which unlock knowledge that is hidden in process data and tell us how to use it more effectively. The overall objectives of PI are to improve productivity, product and service quality, and business profitability by making information and data more comprehensible and using process knowledge more effectively.
Quindi... Business Intelligence focalizzata alla gestione ottimale dei processi. Quale sarebbe quindi il contenuto innovativo, metodologico o tecnologico?
La componente innovativa è rappresentata dal fatto che, rispetto all'approccio tradizionale della Business Intelligence, che è rivolta essenzialmente ad analizzare informazioni, e in certi casi effettuare simulazioni (what-if), qui la presenza sul processo è tale da prevedere anche l'eventuale azione diretta sullo stesso, sia attraverso sistemi esperti, sia attraverso l'azione umana opportunamente guidata.
Enfasi quindi sul real time e sull'azione diretta, in una sequenza, veloce e focalizzata sul processo, che potremmo descrivere in questo modo:
Analisi -> Comprensione -> Simulazione / Previsione -> Azione -> Controllo
Nessun commento:
Posta un commento